Traumi, malattie o incidenti possono causare la perdita dei denti. Gli impianti dentali possono essere un’ottima soluzione. L’implantologia dentale consente di ripristinare uno o più denti mancanti attraverso l’inserimento di uno o più impianti nella struttura ossea residua. Se ti mancano uno o più denti, ci sono molti motivi per sostituirli:
1 – La mancanza di denti potrebbe influenzare il modo in cui parli e mastichi
2 – Se un dente mancante non viene sostituito, i denti che lo circondano possono muoversi. Questo può influenzare il morso e mettere più stress sui denti e le articolazioni della mascella
3 – Potrebbe non piacerti il modo in cui un dente mancante colpisce il tuo aspetto
4 – La tua protesi o dentiera non è confortevole e non sei soddisfatto
In Adec ci occupiamo di impianti dentali a Milano da oltre 30 anni, per questo abbiamo voluto scrivere una guida completa su tutto quello che c’è da sapere su questa tematica.
L’impianto è una vite che sostituisce la funzione di una radice inserita all’interno dell’osso, su cui verrà montata una corona simulando la forma e il colore di un dente naturale mascherando così la perdita di un dente.
Vantaggi:
Gli impianti dentali sono formati da titanio, un metallo forte e leggero altamente biocompatibile con l’osso. Possono essere realizzati anche in ceramica per venire incontro alle esigenze estetiche del paziente e come alternativa al titanio in caso di allergie.
Sono stati introdotti in commercio anche dei particolari impianti non più metallici ma costituiti da ceramica, in particolare dalla zirconia. I vantaggi degli impianti in zirconia sono sia per il paziente che per il clinico. In pazienti con una gengiva sottile, il rischio di future recessioni e quindi di andare a scoprire una piccola porzione dell’impianto creando un orletto grigio sulla gengiva è maggiore. L’impianto in zirconia, essendo bianco e non grigio come il titanio, maschera questa eventuale complicanza rendendo l’impianto in zirconia altamente estetico. In quanto ad affidabilità, si è visto come gli impianti in zirconia sembrano meno predisposti a infezioni causate da placca batterica, inoltre è un materiale altamente resistente con delle percentuali di fratture molto basse e, non essendo in metallo, evita possibili reazioni allergiche. L’impianto in titanio rimane comunque la prima scelta.
Per un singolo impianto dentale, il dentista ha creato un nuovo dente per te, chiamato corona dentale. Si basa su una dimensione, forma e colore che si fondono con gli altri denti. Una volta completato, il dente artificiale viene attaccato all’impianto o alla componente secondaria e il paziente potrà tornare a masticare in maniera naturale e confortevole.
Se al paziente mancano più elementi dentari, si può decidere di realizzare un ponte protesico. Verranno posizionati almeno due impianti distanti tra di loro ma che permetteranno la realizzazione protesica di almeno tre denti, ovvero due corone avvitate o cementate su impianti e una corona agganciata in mezzo alle due. Questa è una soluzione molto affidabile perché dissipa le forze sui pilastri del ponte, gli impianti, e non al centro garantendo anche una maggior stabilità alla struttura.
In condizioni di osso e salute particolari, il paziente può in una sola seduta sottoporsi all’inserimento dell’impianto e alla realizzazione della corona ad esso connessa. In questo modo uscirà dallo studio con già il suo dente. Questa particolare procedura prende il nome di impianto a carico immediato.
Oggi, con le innovazioni nel campo diagnostico e progettuale dell’intervento, con lo sviluppo tecnologico dell’ingegneria implantare, le percentuali raggiungono un range di successo del 92-99% a 20 anni dal posizionamento. Questo dato è influenzato dalla corretta igiene domiciliare da parte del paziente, fondamentale per il successo implantare.
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Per permettere un corretto rimarginamento dell’alveolo post estrattivo e ritornare ad adeguati volumi ossei, bisogna aspettare usualmente 3 mesi prima di posizionare un impianto. Nel caso in cui invece il paziente al momento dell’estrazione goda di ottima qualità ossea si può procedere con l’inserimento di un impianto definito “post estrattivo”, ovvero inserito nella stessa seduta dell’estrazione del dente.
Il tuo dentista userà esami radiografici per analizzare con cura la zona dove verrà posizionato l’impianto. Quindi, posizionerà chirurgicamente l’impianto nella tua mascella o mandibola. Potresti avere gonfiore o risentimento dopo l’intervento chirurgico. Il dentista può consigliarti degli antidolorifici.
La durata totale dell’intervento è in stretta relazione al numero di impianti che andranno posizionati e alle condizioni anatomico anamnestiche del paziente. Per cui non è dato indicare con esattezza la durata di un intervento, ma consideriamo per un singolo impianto un target di un’ora di intervento.
Assolutamente no. Il medico, come prima cosa, eseguirà l’anestesia per impedire che il paziente senta dolore durante la fase operativa. In caso il paziente sia particolarmente timoroso si può eseguire l’intervento in un regime di sedazione cosciente. Il paziente resta perfettamente cosciente e senziente, ma viene pervaso da una sensazione di piacevole sicurezza e leggerezza. Dopo l’intervento si può avere un leggero risentimento o gonfiore, facilmente controllabili con farmaci prescritti dal dentista.
Come per ogni intervento di chirurgia orale, per le 24/48 ore successive all’intervento bisogna mantenere una dieta morbida e fredda: gelato, yogurt, formaggi, ecc. Sono vietati cibi croccanti e piccoli (come pane e riso) che possono infilarsi all’interno della ferita e pietanze calde.
L’elevata stabilità di un impianto è dovuta alla formazione di osso mandibolare intorno ad esso, per tenerlo fermo in posizione. Questo processo richiede tempo. Alcuni pazienti potrebbero dover attendere fino a diversi mesi prima che l’impianto sia completamente guarito e quindi che i nuovi denti possano essere fissati all’impianto. Altri pazienti possono avere impianti e denti collocati in un’unica seduta. Nel frattempo, il dentista potrebbe darti una corona, un ponte o una protesi temporanea. Questo ti aiuterà a mangiare e parlare normalmente fino a quando i tuoi denti sostitutivi permanenti saranno pronti. Tu e il dentista potrete discutere quale sia la tipologia più adatta a te.
Sì, purché siano rispettati dei canoni anagrafici, igienici, anamnestici e anatomici.
Trattandosi di un intervento chirurgico, si possono causare delle lesioni a vasi e nervi del cavo orale. Con le moderne tecnologie questo rischio è relativo, infatti il dentista prescriverà degli esami radiologici in modo da intercettare il decorso di queste strutture anatomiche andando a diminuire drasticamente questa complicanza.
Il fallimento implantare può avvenire o per mancata osteointegrazione o per l’insorgenza di un’infezione chiamata “perimplantite”. Senza osteointegrazione l’impianto non sarà circondato di osso, tale situazione può essere causata da particolari condizioni sistemiche, scarsa igiene orale o pessima qualità ossea. Pertanto si procederà con l’estrazione dell’impianto come se fosse un dente naturale e se il paziente lo desiderasse, con l’inserimento di un nuovo impianto. In caso di perimplantite invece si adotteranno dei validi protocolli chirurgici per contrastare la malattia e garantire la sopravvivenza dell’impianto.
Esistono delle condizioni in cui il paziente non ha sufficiente quantità ossea per poter inserire un impianto. Un ostacolo facilmente superabile con le moderne tecnologia a nostra disposizione.
Se non c’è abbastanza osso per supportare l’impianto, l’osso può essere aggiunto con un processo chiamato innesto osseo. Se necessario, i sostituti ossei sintetici o naturali, possono essere posizionati sotto le gengive o, per quanto riguarda l’arcata superiore, si riempiono degli spazi vuoti chiamati “seni mascellari”. Durante un periodo di circa 12-18 settimane, questi materiali sostituiscono l’osso mancante e possono stimolare la nuova crescita ossea.
I mini impianti dentali sono più piccoli dei normali impianti dentali. Grazie alle loro dimensioni ridotte, i mini impianti dentali possono essere una buona scelta per i pazienti le cui ossa mascellari non sono sufficientemente rappresentate da poter supportare gli impianti normali. I mini impianti tipicamente vengono utilizzati per sostituire elementi mancanti, per sostenere protesi rimovibili o anche nei trattamenti ortodontici.
Nonostante le loro ridotte dimensione godono di ottima affidabilità.
La gengiva cheratinizzata è fondamentale per la sopravvivenza implantare. In caso il paziente abbia poca gengiva esistono delle tecniche per aumentare la gengiva cheratinizzata disponibile in totale sicurezza e con dei risultati a lungo termine ottimali.
Sì. Se ti mancano tutti i denti, una protesi supportata da impianti può sostituire i denti mancanti. Poiché l’osso della mascella cresce effettivamente attorno agli impianti, una protesi supportata da impianti tende a essere confortevole e stabile. Questo ti permette di mordere e masticare naturalmente in modo da evitare l’utilizzo della classica dentiera o comunque creando una protesi semifissa altamente performante. Esistono diverse soluzioni che ti spieghiamo brevemente qui sotto.
2/4 impianti nella zona anteriore della mandibola che attraverso dei bottoni denominati “locator” garantiranno un aggancio alla protesi totale inferiore, in modo tale da diminuirne drasticamente la mobilità della protesi determinando una soluzione semifissa e più detergibile
4 impianti, valido sia per arcata superiore che inferiore, su cui verrà avvitata una barra. La barra funzionerà da aggancio a una protesi eccezionale dal punto di vista estetico e funzionale in quanto soluzione fissa, ma anche facilmente detergibile in quanto è possibile una sua rimozione per permettere l’igiene domiciliare (Overdenture su impianti).
4 impianti di cui due inclinati per dissipare meglio le forze di masticazione. Agli impianti verrà avvitata una protesi fissa.
Altra possibilità, in particolari condizioni, è la realizzazione di un’intera arcata fissa su 6/8 impianti (TORONTO) che implica una scrupolosa igiene domiciliare da parte del paziente.
Per garantire un elevato successo implantare sia nel breve ma soprattutto nel lungo termine, è fondamentale la collaborazione del paziente nel mantenere pulito l’impianto. È altrettanto fondamentale presentarsi ai controlli periodici fissati dal dentista per poter tener monitorato lo stato di salute dell’impianto. Durante questi controlli il dentista verificherà l’assenza di infiammazione gengivale e, se necessario, eseguirà delle lastrine endorali di controllo per verificare l’osteointegrazione implantare.
Come si puliscono gli impianti dentali?
Una buona e costante igiene orale è molto importante per il successo dell’impianto. È necessario dedicare del tempo alla cura dell’impianto e assicurarsi che l’area circostante sia molto pulita. In caso contrario, si aumenta il rischio di problemi, come le malattie gengivali, che possono indebolire l’osso e i tessuti necessari per supportare l’impianto. Bisogna pulire ogni giorno 3 volte al giorno l’impianto e i denti naturali con spazzolino e dentifricio. Il filo interdentale aiuta a rimuovere il cibo e la placca dalle aree che uno spazzolino da denti non può raggiungere. Il dentista può raccomandare anche l’utilizzo dello scovolino, uno spazzolino manuale molto più piccolo per pulire le zone interdentali.
Cosa bisogna fare se vedo la gengiva gonfia?
Nel caso in cui il paziente veda la gengiva gonfia, deve recarsi dal dentista per un controllo. Potrebbe essere in atto un processo infiammatorio (reversibile se si ristabilisce una corretta igiene) oppure un quadro di perimplantite.
Che cos’è la perimplantite?
La perimplantite è un processo infettivo infiammatorio che si verifica a carico dell’impianto e delle gengive e osso circostante. Si sovrappongono processi infiammatori che, inizialmente, coinvolgono la gengiva adesa all’impianto e poi si spingono in profondità. Pertanto si assiste al riassorbimento dell’osso che evolve in una progressiva mobilità dell’impianto che, in tempi variabili da caso a caso, porta alla perdita dell’impianto stesso. Esistono dei protocolli scientifici efficaci per contrastare l’avanzamento della patologia e garantire comunque la sopravvivenza dell’impianto.
Esistono delle condizioni, legate all’anamnesi clinica del paziente, che rendono necessarie delle particolari precauzioni prima di qualsiasi intervento chirurgico odontoiatrico in particolare nell’inserimento di impianti:
Ho il diabete, posso mettere impianti?
Sì. Pazienti affetti da diabete possono avere un ritardo di guarigione, un aumentato rischio di infezione o una crisi ipoglicemica. Se il diabete è controllato questo problema non sussiste, per questo il clinico provvederà a richiedere il livello di glicemia prima dell’intervento. Il paziente inizierà azioni di igiene domiciliari con l’ausilio di antisettici specifici in forma di collutori e/o gel a base di clorexidina.
Soffro di osteoporosi, posso mettere gli impianti?
Sì. La problematica non è legata alla malattia in sé, ma a farmaci che il paziente deve assumere per curarsi ovvero i bifosfonati. Questi farmaci bloccano il ricambio osseo e migliorano le condizioni di osteoporosi del paziente. D’altro canto possono causare a livello del cavo orale delle zone di necrosi ossea dei mascellari. Rimangono in circolo anche per 10 anni per cui il paziente deve sempre informare il clinico di averli assunti anche se sono stati sospesi da anni. Prima di procedere con l’intervento chirurgico il clinico inserirà il paziente in un consolidato protocollo preventivo per diminuire drasticamente questo rischio di osteonecrosi. Il protocollo prevede una terapia antibiotica e antisettica da iniziare prima dell’intervento e continuare nelle settimane successive all’intervento e delle tecniche di intervento protocollate e sicure.
Sono in terapia chemioterapica, posso mettere gli impianti?
Sì. Il rischio è di avere episodi di osteonecrosi o osteoradionecrosi. Per cui saranno controllate le modalità e le dosi di farmaci e radiazioni assunte dal paziente e, se il paziente sarà candidabile a intervento di implantologia, si procederà a inserirlo in un protocollo preventivo di profilassi antibiotica e antisettica con collutori a base di clorexidina che continuerà anche successivamente l’intervento.
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