ADEC ARTE accende una vetrina permanente sull’arte contemporanea affinché un numero sempre maggiore di persone possa fruirne. Un luogo diverso per promuovere l’arte e la bellezza a vantaggio di tutti. Con la mostra “V 40 (VOSTELL 40 JAHRE ALT)” del grande artista tedesco Wolf Vostell continua il progetto di “portare l’arte sulla strada” come un museo a cielo aperto, visibile ai passanti H24.
Dopo Michael Ackerman e Nerina Toci, ADEC ARTE inaugura nelle sue vetrine, la mostra di Wolf Vostell V40 (VOSTELL 40 JAHRE ALT), 1973 a cura di Davide Di Maggio.
Marcel Duchamp scrisse: “Tutto quello che ho fatto di importante, potrebbe stare in una piccola valigia” e nel 1941 realizzò “La Boîte-en-valise”, un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio di Louis Vuitton, che raccolsero ciascuna sessantanove riproduzioni e miniaturizzazioni di celebri lavori del poliedrico e dissacrante artista francese.
Con la Boîteen-Valise, Duchamp intraprese uno dei suoi progetti più ambiziosi: un museo portatile di repliche creato con l’aiuto di elaborate tecniche di riproduzione.
Wolf Vostell (Leverkusen, 1932 – Berlino, 1998), uno dei primi, forse il primo grande ed importante artista europeo del secondo novecento, realizzò nel 1973, V40, una valigia in legno in edizione di 25 esemplari, (ognuna pezzo unico), realizzata da Multhipla Edizioni, Milano con all’interno una selezione di 21 tra litografie, disegni e fotografie su cartone, che rappresentano i 21 Happenings più famosi realizzati dall’artista e alcuni oggetti che rappresentano quegli Happenings:
- una ciocca di capelli
- una provetta di plastica
- una vecchia radio
- un contenitore con della sabbia
- un grande termometro
- del cotone
- delle vecchie musicassette
- una mandibola di cavallo fossilizzato
- un’ immagine fotografica stampata su tela e applicata all’interno della valigia
Come in Marcel Duchamp, V40 rappresenta un museo portatile, un contenitore di idee e di pensieri dell’artista tedesco. I suoi Happenings, realizzavano a pieno il sogno delle avanguardie, l’arte totale e la fusione tra arte e vita e la valigia, metaforicamente, ci introduce in questo viaggio.
Non è arte facile quella di Vostell. La sua famiglia di origini Sefarditi, venne deportata dai nazisti nei campi di concentramento e tutto il suo lavoro in seguito sarà un grido di accusa verso il passato tedesco, come il colore dei suoi lavori, sempre melanconico, perché rappresenta la depressione endogena, una malattia incurabile, come appunto il passato tedesco, non c’è cura.
Inventore del concetto della musica Dé-collage. Quando si rompe un oggetto quotidiano, perde la sua funzione ma determina un rumore. In un incidente automobilistico, lo scontro produce un rumore unico e la macchina perde la sua funzione. L’aspirapolvere che si rompe, continua a produrre un rumore ma non aspira più. Questi rumori, sono la loro seconda vita, la loro seconda realtà.
Primo artista ad inserire una televisione nell’opera d’arte nel 1958, diceva, che ” E’ importante che la televisione sia sempre accesa nelle case delle persone. Non importa se si vede guerra, violenza o amore, per la gente l’importante è che la televisione funzioni sempre, come il fuoco di una ciminiera”.
Wolf Vostell muore a Berlino a 66 anni il 3 aprile 1998.
Wolf Vostell ha partecipato a numerose e importanti rassegne internazionali, come la Biennale di Venezia e Documenta a Kassel. Ha esposto inoltre in alcuni dei maggiori musei internazionali.