Uno dei principali pericoli per chi pratica sport è quello di subire traumi sul viso che potrebbero essere fatali per i denti ma ciò non esclude che anche nella normale routine quotidiana non bisogna sottovalutare il pericolo di traumi alla bocca, basta una caduta o un colpo accidentale.
La traumatologia orale classifica i danni ai denti come danni ai tessuti duri dentali, alla polpa, ai tessuti di sostegno o parodontali, al tessuto osseo di sostegno, alle mucose orali. Secondo le più recenti statistiche, le persone più a rischio sono i più piccoli ed i giovani che praticano attività sportiva a livello dilettantistico. Per i più piccoli i rischi sono collegati sopratutto a cadute accidentali, sopratutto quando inizia la deambulazione e nei primi anni di età, quando iniziano sia i giochi in gruppo che l’utilizzo di strumenti di gioco come le biciclette. Gli adolescenti, invece, risentono molto sia dell’uso improprio di strumenti come la bici o il motorino, che della partecipazione ad attività ludiche o sportive di squadra, sopratutto negli sport, come il calcio, dove sono frequenti i contatti fisici anche violenti.
Recenti studi americani ed europei, giunti agli stessi risultati, hanno provato che l’incidenza massima per danni alla dentatura decidua ha il suo picco tra il 1 e il 3 terzo anno di età, cioè quando la curiosità è molto elevata ma le attività motorie sono ancora approssimative. Il picco dei danni alla dentatura permanente è stato calcolato tra gli 8 e 11 anni. La distinzione tra i sessi vede nettamente sfavoriti i maschietti, per la loro predilezione per i giochi più “rischiosi”. Per quanto riguarda i denti più colpiti, gli elementi dentali anteriori sono di gran lunga al primo posto, sopratutto vista la loro collocazione e, per lo più, i traumi interessano gli incisivi, sia centrali superiori che laterali superiori ed inferiori. Meno colpiti i canini, sia superiori che inferiori. Nelle altre età, gli stessi studi hanno trovato che almeno 1/3 dei traumi dentali si verifica durante lo svolgimento di attività sportive, sopratutto negli sport da combattimento o in quelli in cui è prevalente il contatto fisico. La prevenzione non è semplice, perchè ci si trova in presenza di eventi occasionali non prevedibili.
L’american Dental Association suggerisce di dare molto peso all’informazione preventiva dei praticanti, per educarli sia ad una particolare attenzione alla salvaguardia dei denti che all’utilizzo di appositi strumenti di protezione. A questo proposito un semplice e leggero bite siliconico, specificamente studiato per proteggere dai traumi, può rivelarsi utilissimo, sopratutto nel caso dei giovanissimi e dei praticanti dilettanti che, spesso, non sono adeguatamente supportati dai trainer e dal personale medico che è invece normalmente a disposizione dei professionisti navigate to this website. Nonostante l’accertata efficacia del bite ed il suo costo ormai accessibile praticamente a tutti, questo strumento protettivo è utilizzato solo da pochissimi atleti ed è quindi importante fare un’adeguata opera di informazione a partire dalle famiglie fino alle società sportive, per quanto dilettantistiche.
Per essere efficace il bite deve essere personale, cioè preparato appositamente dal dentista dopo aver preso un’impronta della propria bocca e studiato sia sulle caratteristiche della persona, età sesso, morfologia, che in base al tipo sport praticato. La caratteristica più importante è che sia costruito prevedendo degli stop occlusali, cioè degli accorgimenti meccanici in grado di bloccare sia la mandibola che la mascella tali da evitare possibili traumi a carico dell’articolazione temporo mandibolare e, nello stesso tempo, ridurre il rischio di fratture ai denti dovuto allo scorrimento della mandibola su la mascella in caso di evento traumatico. Il bite è anche acquistabile nei negozi specializzati o nelle farmacie, ma i modelli standard non sono molto efficaci perché essendo imprecisi non possono avere un alloggiamento ottimale in bocca e rischiano, quindi, di essere d’impiccio, se non di ostacolare sia la respirazione che la fonazione.