Masticare è un’azione così naturale che sembra automatica, frutto della muscolatura involontaria, come quella che ci permette di respirare. In realtà non è così e viene spesso da chiedersi come mai la lingua non viene mai masticata insieme al cibo che introduciamo in bocca pur essendo grossa, ingombrante e proprio al centro del “campo di battaglia”?
Quando mastichiamo la lingua si estende o si ritrae in modo da non interferire mai con i movimenti della mascella e della mandibola e non rischiare, in questo modo, di venire essa stessa masticata.
Potrebbe, a prima vista, sembrare una cosa semplice ma, in realtà, il fatto che la lingua non disturbi mai i processi legati alla masticazione è il frutto di un’azione complessa, specifica e coordinata, di un gruppo di cellule nervose preposte espressamente a questo compito.
Fino ad oggi non vi era la certezza ma uno studio americano ha recentemente identificato il circuito neurale che impedisce di masticarci la lingua ad ogni pasto.
Una questione di cervello
Qualche mese fa, infatti, un gruppo di ricercatori della Duke University di Durham, North Carolina, ha presentato uno studio che fa luce sull’argomento indicando quali tipi sono le cellule coinvolte.
Il gruppo di ricercatori, per ottenere risultati certi, si è concentrato sul funzionamento di due tipi di cellule nervose utilizzando dei topi da laboratorio: i neuroni premotori e i motoneuroni, questi ultimi già noti per essere coinvolti nel controllo della masticazione.
Per questo è stata utilizzata una versione innocua, geneticamente modificata e fluorescente del virus della rabbia.
Il virus della rabbia è noto per la sua azione “al contrario”. L’infezione, infatti, parte dai nervi periferici per infettare a ritroso l’intero sistema nervoso centrale.
Seguendo il percorso del virus, i ricercatori sono riusciti a tracciare i diversi tipi di cellule nervose coinvolte e a capire come queste lavorino in modo coordinato per regolare la chiusura o l’apertura di mascella e mandibola e la protrusione o retrazione della lingua.
Hanno così scoperto che un gruppo di neuroni premotori si connette simultaneamente ai motoneuroni che regolano l’apertura della bocca e l’estensione della lingua mentre un altro gruppo di neuroni premotori si connette ai motoneuroni che regolano la chiusura della bocca e la retrazione della lingua.
Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori ipotizzano che un’analoga suddivisione di compiti potrebbe essere alla base di altri movimenti comuni, ma ancora privi di spiegazione, dei muscoli orofacciali, come per esempio il digrignamento dei denti, o alcuni tipi di vocalizzi.