100 proposte dell’Università di Roma su Alimentazione e salute.
Sapi-Expo è una sinergia tra l’Università La Sapienza di Roma ed Expo 2015 ed ha recentemente presentato le “100 proposte” in tema di alimentazione e salute in occasione di un convegno romano.
Tra i principali temi trattati nel corso delle due giornate di lavori ci sono la sicurezza e la tracciabilità degli alimenti, il turismo enogastronomico e la prevenzione delle malattie cronico-degenerative.
L’obiettivo è sviluppare collaborazioni con altre istituzioni ed enti di ricerca, puntando anche sul reperimento di finanziamenti europei con lo scopo di far crescere la consapevolezza dell’importanza del legame che esiste tra alimentazione e salute.
Quindi lotta alle abitudini alimentari sbagliate ed agli stili di vita scorretti, riproposizione di percorsi turistici enogastronomici che riscoprano il valore delle tradizioni alimentari legate ai territori, ma anche piani di sviluppo di trasporti non inquinanti ed agricoltura a km 0 e proposte decisamente innovative ed assai impegnative.
Il tutto con la convinzione che migliorare lo stile di vita, proporre un’alimentazione sana con prodotti naturali e coltivati senza produrre inquinamento, sia uno strumento importantissimo per la tutela della salute che avrebbe anche il vantaggio di importanti ricadute sotto l’aspetto economico viste le possibili importanti riduzioni della spesa sanitaria.
Agricoltura in città
Uno dei progetti più interessanti ed ambiziosi è quello che prevede di riproporre angoli di campagna nelle città più grandi e popolose.
Le città prescelte per il progetto sono Roma, Milano e Palermo. Certo non si tratta di far crescere il grano in piazza del Duomo o dentro il Colosseo ma secondo i presentatori del progetto è possibile valorizzare le tante aree agricole ancora presenti nelle città per favorire sia la riscoperta (o la scoperta) di produzioni tipiche, che l’agricoltura a km 0, con i tutti i benefici che presenta.
L’agricoltura a KM 0
È una nuova tendenza che sta sviluppandosi in molti paesi ed è nota anche come “farmers market”. Ha una visione ecosostenibile dello sviluppo e prevede che i prodotti vengano venduti laddove sono stati coltivati. Per essere definiti “alimenti a km 0”, infatti, non devono viaggiare per più di 70 km dal luogo della coltivazione.
Per quanto non ancora regolamentata, solo il Veneto ha una legge ad hoc, l’agricoltura a km 0 presenta molti vantaggi di natura ambientale, alimentare ed economica:
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