È il trattamento più recente e, dai riscontri ottenuti, più efficace per contrastare la perdita dei capelli non solo negli uomini che soffrono di alopecia androgenetica, ma anche in quei casi in cui, purtroppo, la perdita dei capelli è dovuta a terapie chemioterapiche per contrastare neoplasie.
In questi casi è già stata utilizzata, con ottimi risultati, anche su bambini.
PRP
Il nome corretto è PRP, acronimo inglese che sta per Platelet Rich Plasma, cioè plasma ricco di piastrine e non è una novità assoluta in quanto già utilizzata da diversi anni in alcune terapie cosmetiche di ringiovanimento della pelle del volto e delle mani, nella cura delle ulcere croniche della pelle e in odontoiatria.
A metterla a punto per primi in Italia è stato un gruppo di ricercatori guidati da Fabio Rinaldi, dermatologo dell’International Hair Research Foundation (IHRF) di Milano.
Lo studio, un trial clinico, è stato presentato dagli autori sul British Journal of Dermatology.
Il plasma è stato prelevato dagli stessi individui in cui è stato successivamente iniettato.
La sperimentazione ha coinvolto 45 pazienti affetti da alopecia areata che sono stati trattati solo su parte del cranio con iniezioni di PRP, di triamcinolone acetonide – un cortisonico utilizzato per trattare diversi problemi alla pelle – o di un placebo. Ciascun partecipante ha ricevuto 3 trattamenti distanziati di un mese l’uno dall’altro. I pazienti sono stati seguiti per un anno, monitorando la ricrescita dei capelli, la degenerazione, il bruciore e il prurito, la proliferazione delle cellule staminali e la morte cellulare.
Rispetto al placebo e al triamcinolone, le iniezioni di PRP si è rivelata più efficace sia relativamente alla ricrescita che nella riduzione della degenerazione del capello.
Questi risultati sono dovuti alla maggiore proliferazione di cellule staminali ottenuta con le iniezioni di PRP, una tecnica che si è anche rivelata priva di effetti collaterali.
Come ha spiegato il dr. Rinaldi, uno dei problemi che si riscontrano quando si sperimentano nuovi trattamenti per l’alopecia è che spesso si tende a pensare che quello ottenuto non sia un effetto specifico della terapia e che il problema fosse già di per sé destinato a risolversi da solo. “Per questo – prosegue Rinaldi- “abbiamo trattato solo alcune zone affette dal problema, dimostrando che i capelli ricrescono solo lì dove iniettiamo il plasma”. Non solo, mentre “il cortisone è efficace nel 30% circa dei casi e dà diversi effetti collaterali, questo trattamento ha un successo del 64% circa”.
L’autotrapianto è, a tutti gli effetti, un intervento chirurgico con i suoi rischi ed i suoi tempi di recupero.
Inoltre, fattore da non trascurare, richiede che ci sia una certa quantità di capelli sani da trapiantare.
Il trattamento PRP, invece, è a rischio zero, permette una ripresa immediata e nell’ 80% dei casi di alopecia androgenetica dà una ricrescita significativa.